AUGURI !!!!!!!!!!!!!

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Fiaccolata per la Reggiani

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In ricordo di Mario

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Sei mesi esatti dopo la morte di Sergio Ramelli, quando sembrava già di aver toccato il fondo di ogni aberrazione nella violenza politica, arriva da Roma un'altra notizia shock.
E' il pomeriggio del 29 ottobre 1975 quando un gruppetto di ragazzi si accinge ad aprire, come tutti i pomeriggi, la sezione Prenestino del MSI in via Erasmo da Gattamelata. Stanno chiacchierando voltando le spalle alla strada quando arriva un'auto, un finestrino si abbassa, ne esce la canna segata di un fucile che esplode pochi, rapidi colpi, centrando in pieno il gruppo di ragazzi. La micidiale scarica di pallettoni uccide sul colpo Mario Zicchieri, detto "Cremino" per la sua corporatura esile, studente-lavoratore di 16 anni e ferisce Mario Lucchetti... 15 anni.
Così, sulla scena "politica" fa la sua comparsa per la prima volta il fucile a canne mozze di chiaro ascendente mafioso e la vile strategia omicida che ricorda i gangster americani degli anni 30. Ma l'azione (lo si scoprirà quindici anni dopo a seguito delle confessioni dei brigatisti Seghetti e Morucci) era stata studiata a tavolino "per incutere timore ai militanti di destra i quali, nonostante le ripetute aggressioni subìte, non davano segni di cedimento".
Zicchieri è la più giovane vittima di quegli anni assurdi e ancora oggi vengono i brividi pensando che si era avvicinato alla destra solo da pochi mesi, sull'onda emotiva dell'uccisione di Mantakas.
Per lui non ci fu giustizia, come per la maggior parte dei camerati assassinati. Gli esecutori materiali del delitto sono ancora tra noi...

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IN RICORDO DI NANNI

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PICCOLO ATTILA

Iniziava l’estate di un anno fa e tranquilli eravamo noi

quando entrammo ridendo in un prato che di strana gente brulicava già.

Ci mettemmo seduti e dietro noi solo l’erba si stendeva

ma strisciavano cento a cento gli sciacalli nell’oscurità.

Mille stelle in cielo splendevano alti alberi tutto intorno a noi

dolci canti antichi suonavano Piccolo Attila parlava a noi

e diceva di prati verdi che di rugiada brillavano nel sol

e guerrieri a cavallo intonavano le canzoni degli antichi eroi

Tutti in piedi ci alzammo e davanti a noi gli sciacalli già fremevano:

avanzaron ghignando sicuri già di inseguire schiene nude.

Ma la mano di Piccolo Attila contro il cielo stellato si levò

seminando il terrore calava giù, l’orda buia non rideva più.

E con la forza di un fiume in piena poi caricammo e la terra sotto noi

rimbombando tremava e gli alberi ondeggiavano nel vento.

E mai più mai più quel prato rivedrà una sera come un anno fa:

non si scioglierà mai la Compagnia ma c’è chi non è più sulla via.

Come un’aquila ora vola lui sorridendo alle stelle e ancor più su

e il suo flauto suonando ci guiderà verso l’alba che sicura è già.

Iniziava l’estate di un anno fa e felici eravamo noi

quando uscimmo ridendo da un prato che due occhi a mandorla non scorderà.

ONORE AL CAMERATA NANNI DE ANGELIS

NELLA RICORRENZA DEL SUO SACRIFICIO!!!!!!

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IADICICCO RISPONDE A FINI

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Lettera aperta ad ogni Italiano
Riflessioni sull' anti-fascismo

Carissimo,
non ti scrivo per riaprire il dibattito sul ventennio fascista, non credo infatti che questa debba essere la mia prima preoccupazione di eletto nelle istituzioni e di dirigente politico. Penso piuttosto che sia materia per gli storici e, da questo punto di vista, mi riconosco appieno nelle posizioni di Renzo De Felice e Gianpaolo Pansa. Penso anche che sia materia sulla quale, giustamente, si interrogano le più alte cariche istituzionali, che in questo modo cercano di portare a compimento il difficile processo di pacificazione nazionale. Ti scrivo invece a proposito del dibattito sulla necessità o meno di dirsi anti-fascisti, per condividere con te alcune riflessioni.
Circa due anni fa, non nel 1943, il più importante sito della rete antifascista italiana, Indymedia, pubblicò un articolo di commento a una iniziativa di Azione giovani di Roma e ritenne utile mettere vicino al mio nome anche il mio indirizzo di casa, con l'evidente intento di puntare l'indice contro di me e di indicarmi come bersaglio da colpire. Ho pensato: “Come potrei aderire alla cerchia dei miei aguzzini? Come potrei dichiararmi antifascista?”. Ma sono andato oltre per non farne una questione personale.
Mi sono ricordato poi che negli ultimi 5 anni, non nel 1943, almeno per una ventina di volte le nostre sedi sono state bersaglio di assalti, devastazioni, attentati incendiari, da parte di personaggi che si vantavano di essere antifascisti. Mi ci vedi a tirare le bombe molotov contro una sede di partito? Addirittura contro una sede del mio partito? Mi sono detto no, non posso essere antifascista. Poi riflettendo ho fatto autocritica e ho pensato che magari sono troppo legato a questa idea delle sedi quelle che una volta si chiamavano "sezioni". Allora sono andato avanti.
Mi sono ricordato, però, che negli ultimi cinque anni, non nel 1943, i ragazzi di Ag in tutta Italia hanno subito numerose aggressioni nel nome dell'antifascismo, aggressioni verbali e fisiche, bastonate, sprangate per capirci. Ti sembra possibile che il presidente di Azione giovani a Roma si aggiri per la sua città a sprangare i propri ragazzi? “No, non posso proprio essere antifascista”, ho pensato ancora fra me e me. Poi per non lasciare nulla di intentato ho detto magari sono troppo sentimentale, così legato a questi ragazzi con i quali condivido un percorso umano prima che politico.
Sono andato un po' indietro nel tempo fra gli anni Settanta e Ottanta, comunque non nel 1943, e mi è venuto alla mente che alcune decine di ragazzi come me, che facevano quello che faccio io oggi, sono stati uccisi dall'odio degli antifascisti e francamente a quel punto sono crollato.
Ce l’ho messa tutta per trovare un motivo valido per essere antifascista ma non l'ho proprio trovato anzi ne ho trovati molti per non esserlo.
A questo punto ti prego di capirmi e con me tutti i ragazzi di Azione Giovani. Prego Dio affinché ci dia la forza di perdonare chi in nome dell’antifascismo ha ucciso giovani vite innocenti; ma cerca di comprenderci noi non possiamo essere, non vogliamo essere e non saremo mai antifascisti.

Federico Iadicicco
(Presidente Azione Giovani Roma)

Fonte: Azionegiovaniroma.org

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FINI: "RICONOSCERSI NELL'ANTIFASCISMO"

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Fini ai giovani di An: "La destra si riconosca nei valori dell'antifascismo"

Chi e' democratico "e' a pieno titolo antifascista" e la destra deve riconoscersi nell'antifascismo. Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ospite di 'Atreju 08', festa dei giovani di An.
La terza carica dello Stato ha sottolineato che "la destra politica italiana e a maggior ragione i giovani devono senza ambiguita' dire alto e forte che si riconoscono in alcuni valori presenti nella nostra Costituzione, come liberta', uguaglianza e solidarieta' o giustizia sociale. "Sono tre valori che hanno guidato il cammino politico della destra e ribadire che la destra vi si riconosce e' un atto doveroso", ha sottolineato Fini."Se in Italia - ha aggiunto Fini - non e' stato cosi' agevole, e' perche' non c'e' stata una destra in grado di dire che ci riconosciamo in pieno nei valori anti-fascisti". Il presidente della Camera ha anche ammesso: "La Repubblica sociale italiana combatteva dalla parte sbagliata".

Fonte: RaiNews24 del 13/09/08

Ragazzi, io non so cosa abbia in mente Fini, ma sicuramente Almirante si starà girando e rigirando nella tomba dato che non è la prima che combina!
Io non approvo queste sue parole ... poi ognuno la pensa come vuole!

Federico

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RICOMINCIAMO PER IL QUARTIERE

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Ed eccoci qua di nuovo a scrivere sul blog dopo le vacanze estive!

Dalla riunione di ieri sera è ufficialmente ripartita la nostra avventura "politica" per quest'anno in cui all'ordine del giorno sono in programma iniziative a favore del nostro quartiere, anche grazie all'ausilio dei nostri rappresentanti politici della zona!
Dell'esperienza acquisita durante il nostro primo anno, in cui le iniziative sono state numerose e piene di consensi quale il torneo di calcio a 5 al Labarvm e la raccolta firme per il presidio mobile della polizia di stato in piazza SaxaRubra, ne faremo tesoro e grazie a cio' cercheremo di svolgere al meglio, per l'appunto, le iniziative di cui sopra.

Con l'occasione ricordo a chiunque voglia iscriversi (iscrizione gratuita) che ci riuniamo presso il circolo di AZIONE GIOVANI in Via Della Stazione di Primaporta 31 ogni giovedi alle ore 21!

Un saluto a tutti e alla prossima iniziativa


Federico

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MARRAZZO RESTITUISCILO !!!

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LA DIREZIONE DELL'ENTE REGIONALE LAZIODISU CON ATTO UNILATERALE HA TOLTO AI CITTADINI DEL XX MUNICIPIO IL TEATRO DI VIA DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI, CHE COSTITUIVA UN IMPORTANTE PUNTO DI RIFERIMENTO CULTURALE E ARTISTICO.

Per circa un decennio il XX Municipio ha potuto usufruire di tale struttura teatrale. Fin dai tempi della Giunta Badaloni, fu stipulata una convenzione tra l’allora Adisu e l’allora XX Circoscrizione. Tale convenzione, che affidava al XX Municipio la programmazione teatrale e artistica, è stata poi rinnovata sino a pochi mesi fa.
Il Municipio ha utilizzato il teatro in modo continuativo per stagioni teatrali, laboratori teatrali, spettacoli, rassegne musicali, etc. Tali attività venivano sempre preventivamente comunicate a Laziodisu e sono stati organizzati corsi di teatro per gli universitari residenti nella attigua Casa dello Studente.
Insomma, si sono ottenuti ottimi risultati e si è cementato il rapporto tra la Casa dello Studente e il territorio. Purtroppo, negli ultimi mesi, inopinatamente, la direzione di Laziodisu non ha voluto rinnovare la convenzione, sostenendo che, dato che erano in corso lavori di sistemazione del teatro interno della Sapienza, la struttura di Via del Ministero degli Esteri sarebbe servita per lezioni di un corso di laurea di quell’ateneo. Da informazioni raccolte si è poi venuti a sapere invece che Laziodisu sta utilizzando il teatro di Via del Ministero degli Affari Esteri pochissimo,sporadicamente, e soltanto per alcuni laboratori teatrali, suscitando sconcerto anche tra gli studenti residenti. Inoltre i lavori di sistemazione del teatro interno della Sapienza risultano terminati da tempo.
Pertanto la volontà manifestata da Laziodisu di troncare unilateralmente la collaborazione con il Municipio appare francamente non motivata e fa pensare anche a una odiosa discriminazione politica a scapito della necessaria cooperazione interistituzionale soprattutto in un campo significativo quale quello della crescita culturale, sociale e personale dei cittadini e soprattutto dei giovani.
La vicenda sta creando vivissimo malcontento anche tra gli operatori culturali e teatrali del territorio.
In queste condizioni, l’Assessore alla Cultura del XX Municipio Marco Perina e l’Assessore ai LL.PP. del XX Municipio Marco Daniele Clarke hanno scritto una lettera al Presidente della Regione Lazio Marrazzo chiedendogli di intervenire nella vicenda.
Purtroppo, nonostante sia trascorso oltre un mese, non è ancora pervenuta alcuna risposta da parte del Presidente Marrazzo.

Tratto da "L'Unico" del 12/07/2008
Federico

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G.MELONI: MARTIRI ANCHE LE VITTIME DEL F.D.G.

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Leggendo qualche news su internet mi è caduto l'occhio su questa che a mio parere è molto interessante e ho sentito il dovere di metterla.

(Giorgia Meloni)




«Anche i giovani militanti del Fronte della gioventù che morirono assassinati sono martiri dell'Italia, non della Destra». Lo ha detto la deputata del Pdl ed ex vicepresidente della Camera, Giorgia Meloni, da qualche anno uno dei nomi emergenti di An. «Se rinnegassi il Fronte della gioventù - ha spiegato la parlamentare intervenendo al programma web KlausCondicio - rinnegherei me stessa. Tutto ciò che mi porto dentro di pulito, di autentico, di ideale me lo ha insegnato il Fronte della Gioventù».
La Meloni è cresciuta nel movimento giovanile dell'Msi ed è stata al vertice del gruppo giovani di An. Conosce dunque bene la realtà di un movimento che, soprattutto negli anni settanta, è stato in dura contrapposizione con i movimenti studenteschi e i gruppi della sinistra. E tra i nuovi martiri la deputata pidiellina inserisce ad esempio Paolo Di Nella, rimasto nel cuore di molti militanti, a partire dal neosindaco di Roma, Gianni Alemanno, che porta al collo una collanina con la croce celtica che apparteneva proprio al giovane ucciso nel 1983, a colpi di spranga alla testa, mentre attaccava dei manifesti. «Fu ucciso a soli 20 anni - ha sottolineato la Meloni -, una morte ancora oggi rimasta impunita».
(il funerale di P. Di Nella)
La parlamentare ha poi spiegato cosa abbia significato per lei quell'esperienza politica. «Eravamo ragazzi con un'idea della ribellione finalizzata a costruire un mondo diverso, ragazzi che consideravano e considerano ancora il potere come uno strumento e non un obiettivo. Il Fronte della gioventù è la mia storia». «Per noi la violenza non è mai stata uno strumento dell'agire politico - ha aggiunto -. Al contrario c'è tanta nostra gente che si è dovuta difendere, poichè veniamo dalla storia di una comunità politica che, per un certo periodo del suo percorso, è stata considerata un bersaglio da tutti. La storia di quei ragazzi che morivano a 16 anni in mezzo alla strada ed era normale perchè ammazzare un fascista non era reato. Erano ragazzi nati nel 1965, venti anni dopo il fascismo, che non c'entravano nulla con il fascismo e per i quali la società non ha versato una lacrima. Io dico che storie analoghe ci sono state anche dall'altra parte della barricata e che solo oggi si sta rendendo giustizia a tutti quei ragazzi».
fonte: Corriere Della sera
Federico






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METTI ALL'ANGOLO LA REPRESSIONE

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Metti all’angolo la repressione - le olimpiadi della libertà.

Questa la campagna nazionale promossa e ideata da Azione giovani, in occasione del passaggio della torcia Olimpica in Tibet (19/21 giugno 2008).

Parallelamente all’evento, che sta sollevando non poche polemiche in tutto il mondo, sabato 21 giugno si terra l’inedita sfida “Italia-Tibet”: mini-tornei di sport olimpici come l’atletica, calcio, ciclismo, lotta,
pallacanestro, pallamano, pallavolo, pugilato, tennis tavolo, tiro con
l'arco, allestiti in piazza e aperti a tutti.

In occasione del passaggio in Tibet del “fuoco sacro”, che rappresenta
idealmente i valori stessi che lo sport incarna, rilanceremo quella che
consideriamo una vera e propria battaglia di civiltà. Vogliamo un Tibet
libero dall’oppressore cinese, capace di autodeterminarsi e che possa quanto
prima ritrovare il suo Dalai Lama, ad oggi ancora dolorosamente e
ingiustificatamente esiliato,
A Roma, Firenze, Bari, Gorizia, Cagliari e in molte altre città saranno
allestiti dei mini “villaggi dello sport” aperti a chiunque vorrà cimentarsi
nelle discipline olimpiche. All’evento, che vedrà tra gli altri la
partecipazione di numerosi esponenti politici, hanno aderito e collaborato
anche le associazioni “Donne Tibetane” e “Student for Free Tibet”, che
presenteranno le loro squadre di giovani Tibetani che sfideranno l’Italia
nei mini tornei”.

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Ricordiamo uno degli uomini che hanno cambiato l'Italia

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Questa è la biografia dell ex presidente del MSI Giorgio Almirante, di cui oggi si ricordano i 20 anni dalla sua morte. Di questo articolo vorrei che lo leggesse l'onorevole Emanuele Fiano e il Presidente Gianfranco Fini. forse si sono dimenticati di quello che ha fatto Almirante nella sua vita (il primo) e di quello che ha detto di lui (il secondo).
Giorgio Almirante (Salsomaggiore Terme, 27 giugno 1914 – Roma, 22 maggio 1988) è stato un politico italiano.
Giorgio Almirante fu il più importante esponente del Movimento Sociale Italiano, partito politico di destra, da lui fondato nel 1946 insieme ad altri reduci della Repubblica Sociale Italiana (come Pino Romualdi ed ex esponenti del regime fascista come Augusto De Marsanich).
Firmatario nel 1938 del Manifesto della razza, dal 1938 al 1942 collaborò alla rivista La difesa della razza come segretario di redazione.
Dopo aver partecipato alla campagna d'Africa, con l'armistizio dell'8 settembre e la successiva creazione della Repubblica Sociale Italiana, Almirante passò a Salò arruolandosi nella Guardia Nazionale Repubblicana con il grado di capomanipolo. Successivamente, dopo aver ricoperto il ruolo di capo di gabinetto del ministro della Cultura popolare di Mussolini, passò al ruolo di tenente della brigata nera dipendente dal Minculpop, come veniva chiamato il Ministero della cultura popolare della RSI. In questa veste, al pari delle altre camicie nere, si impegnò nella lotta ai partigiani in particolare in Val d'Ossola e nel grossetano.

Dal 25 aprile 1945 fino al settembre 1946 rimase in clandestinità. Il 26 dicembre 1946 Almirante partecipò a Roma alla riunione costitutiva del Movimento Sociale Italiano (MSI). Nel nuovo partito assunse subito la carica di Segretario, che mantenne fino al gennaio 1950. Nel 1947 fu condannato al confino di polizia per collaborazionismo con i nazisti e per le sua attività successive alla guerra.
Fu eletto in Parlamento fin dalla prima legislatura (1948) e sempre rieletto alla Camera. Dopo la morte del segretario Arturo Michelini, tornò dal 29 giugno 1969 fino al dicembre 1987 al vertice del partito.
Durante la sua lunghissima permanenza alla segreteria del MSI Almirante seppe far valere la propria personalità pacata e consensuale, indispensabile in un partito dove, soprattutto dopo la fusione con i monarchici nel 1971, militavano personalità diversissime per provenienza politica e per caratteristiche caratterialiAlmirante fu l'artefice di quella che fu definita la "politica del doppiopetto", in bilico tra le rivendicazioni dell'eredità fascista e l'apertura al sistema.
Nel 1972, grazie anche alla fusione con il PDIUM il MSI ottenne il suo massimo storico alle elezioni politiche (diventando MSI-Destra Nazionale), 8,7% alla Camera e 9,2% al Senato, eleggendo 56 deputati e 26 senatori.
Divenuto il principale simbolo della destra anticomunista, fu spesso attaccato dalle forze della sinistra soprattutto estrema, che lo accusarono anche di esser stato un "fucilatore" durante il suo passato nella Repubblica Sociale Italiana.
I giornalisti che vennero querelati da Almirante vennero tutti assolti da diversi tribunali della Repubblica «per avere dimostrato la verità dei fatti».
Una raccolta di firme promossa dalla sinistra extraparlamentare per lo scioglimento del MSI non ebbe miglior successo.
Alle elezioni politiche del 1979 Democrazia Nazionale non ottenne alcun seggio e sparì dalla scena politica.
Successivamente avversò la legalizzazione dell'aborto, e sostenne i provvedimenti del Governo Craxi per l'attuazione del decreto legge per la liberalizzazione del mercato televisivo.
Le sue condizioni di salute lo obbligarono nel 1987 ad abbandonare la segreteria del partito, a favore del suo delfino Gianfranco Fini, già segretario del Fronte della Gioventù. Il 24 gennaio 1988 fu eletto presidente del partito dalla maggioranza del comitato centrale. La presidente della Camera dei deputati Nilde Jotti e il leader comunista Giancarlo Pajetta si recarono alla camera ardente a rendere omaggio ai due capi storici del Msi. Lo stesso Almirante nel 1984 si era recato insieme a Pino Romualdi a rendere omaggio alla salma di Enrico Berlinguer a Botteghe Oscure.
Il successore di Almirante Gianfranco Fini, da lui stesso designato, onorò il suo predecessore e maestro definendolo "un grande italiano" e "il leader della generazione che non si è arresa".
Il 28 Maggio 2008, a seguito delle polemiche sorte per la proposta del sindaco di Roma Gianni Alemanno, ex missino ed ex esponente di AN, di dedicargli una via di Roma, alla Camera dei Deputati è stata data lettura di alcuni brani tratti da articoli che Giorgio Almirante aveva scritto nel 1942, quando dirigeva la rivista La difesa della razza, in cui sosteneva che era necessario proteggere l'Italia da meticci ed ebrei. Il presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini, anch'egli ex missino ed ex leader di Alleanza Nazionale, ha preso le distanze da quelle affermazioni razziste e antisemite di Almirante, il quale però, come da citazione sopra riportata, aveva rigettato egli stesso tali tesi in precedenza.


GIORGIOALMIRANTE
L'UOMO CHE IMMAGINO' IL FUTURO!

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PARTECIPA PER IL QUARTIERE

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TROFEO TRICOLORE

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LA NOSTRA ATTUALE INIZIATIVA

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Al Prefetto di Roma


Oggetto: Richiesta Stazione Mobile di Polizia in Piazza Saxa Rubra



PREMESSO CHE

Ormai da mesi i crimini nel quartiere di Prima Porta – Labaro sono in aumento. Testimonianze meste sono gli ultimi fatti di cronaca, dal delitto Reggiani ai continui micro-crimini giornalieri.

CHE


La mancanza o non pieno funzionamento di infrastrutture, in particolare quella riguardante la rete di illuminazione pubblica, getta ancor più nel degrado il quartiere. Insinuando nella cittadinanza il sintomo dell’abbandono delle istituzioni.

Onde evitare che i cittadini compiano impropriamente azioni di giustizia “privata”.



CHIEDIAMO


Che venga accolta la nostra richiesta di installazione di una Stazione Mobile in Piazza Saxa Rubra. In modo da scoraggiare la criminalità nel quartiere e divenire un punto di riferimento per tutti i cittadini dell’area.


Certi della sua esperienza e sensibilità alle questioni di ordine pubblico cittadino, attendiamo risposta.

Per aiutarci basta UNA FIRMA; ci potete trovare al circolo di AZIONE GIOVANI in
Via Della Stazione di Primaporta 31 oppure il sabato ai mercati di Primaporta e Labaro con il nostro banchetto.
Grazie per la Vostra collaborazione.

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POSSIAMO COMINCIARE, CI VOLETE AIUTARE?

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Abbiamo fatto la storia, ora cominciamo a migliorare Roma. Finalmente dopo 30 di governo di sinistra, dopo 15 anni di duopolio Cicciobello-super Dabliu, Roma ha un sindaco di centrodestra. E' stato un sogno che si realizza dopo 15 anni di delusioni e prese in giro nei confronti dei cittadini della capitale.
Ed è un grande successo per il nostro quartiere, dove ci siamo riconfermati primo partito. E con questo successo possiamo sperare in sostanziali cambiamenti, non solo per Roma, ma per tutto il XX municipio.
Questo successo non ci deve far credere che il nostro lavoro sia finito. Anzi, ora viene il difficile. Dobbiamo convincere coloro che hanno eletto i nostri rappresentanti di aver scelto giusto. E in prima linea dovremo esserci noi giovani per fare in modo che il miracolo si trasformi in realtà.

RAGAZZI POSSIAMO COMINCIARE A CAMBIARE ROMA E IL NOSTRO QUARTIERE, PER QUESTO COMPITO CI SERVE GENTE VOLENTEROSA E CHE CI CREDE.
CI VOLETE AIUTARE?


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Ci siamo. Siamo pronti a cambiare?

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Signore e signori, i giochi sono fatti. Stasera finisce la campagna elettorale e inizierà ad aspettare il lunedì sera per sapere chi governerà il nostro paese. Ma per noi ragazzi l'attesa è per altro. Infatti attendiamo con impazienza chi sarà il nuovo sindaco della capitale. Alemanno o Rutelli? Il nuovo o la minestra riscaldata? l'entusiasmo o la stanchezza? O la domanda che io preferisco:

QUESTO





O QUESTO?





Insomma, signore e signori, se siete soddisfatti della politica attuale, votate per il secondo video.
Se invece, volete che la città cambi radicalmente, votate per il primo video

OK GENTE, I GIOCHI SONO QUASI FATTI, E' ORA DI DECIDERE IL NOSTRO FUTURO.

[...]

connessi per il nostro quartiere

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Abbiamo deciso di mostrarci ai giovani per renderli partecipi delle attività all'interno del nostro gruppo, in modo da poterci assistere nella nostra battaglia contro il degrado del nostro quartiere. I fatti di Prima porta e di Tor di Quinto sono gli esempi più importanti. Siamo stanchi di aspettare che qualcuno ci risolva i problemi, siamo stanchi di nascondere la testa nella sabbia mentre il nostro quartiere è in mano ai delinquenti. E' per questo che abbiamo creato questo blog. Per dare voce a tutti i giovani e non che desiderano cambiare il loro quartiere e renderlo un posto migliore in cui viverci. Ma noi non facciamo solo politica. Siamo impegnati anche in attività culturali, nell' organizzazione di feste. Anche questo è aiutare il quartiere.
NOI NON VOGLIAMO PIU' NASCONDERE LA TESTA, NOI VOGLIAMO CAMBIARE IL NOSTRO QUARTIERE
NOI SIAMO ARCADIA

Project4

[...]
 


SCEGLI DA CHE PARTE STARE
INSIEME PER IL QUARTIERE
Ci riuniamo ogni giovedi sera presso il circolo di
AZIONE GIOVANI
in
Via della Stazione di Prima Porta 31
Presidente: Stefano Petrolo
Tel. 3395251138
email:arcadia.primaporta@libero.it
www.arcadiaprimaporta.blogspot.com