Fiaccolata per la Reggiani

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In ricordo di Mario

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Sei mesi esatti dopo la morte di Sergio Ramelli, quando sembrava già di aver toccato il fondo di ogni aberrazione nella violenza politica, arriva da Roma un'altra notizia shock.
E' il pomeriggio del 29 ottobre 1975 quando un gruppetto di ragazzi si accinge ad aprire, come tutti i pomeriggi, la sezione Prenestino del MSI in via Erasmo da Gattamelata. Stanno chiacchierando voltando le spalle alla strada quando arriva un'auto, un finestrino si abbassa, ne esce la canna segata di un fucile che esplode pochi, rapidi colpi, centrando in pieno il gruppo di ragazzi. La micidiale scarica di pallettoni uccide sul colpo Mario Zicchieri, detto "Cremino" per la sua corporatura esile, studente-lavoratore di 16 anni e ferisce Mario Lucchetti... 15 anni.
Così, sulla scena "politica" fa la sua comparsa per la prima volta il fucile a canne mozze di chiaro ascendente mafioso e la vile strategia omicida che ricorda i gangster americani degli anni 30. Ma l'azione (lo si scoprirà quindici anni dopo a seguito delle confessioni dei brigatisti Seghetti e Morucci) era stata studiata a tavolino "per incutere timore ai militanti di destra i quali, nonostante le ripetute aggressioni subìte, non davano segni di cedimento".
Zicchieri è la più giovane vittima di quegli anni assurdi e ancora oggi vengono i brividi pensando che si era avvicinato alla destra solo da pochi mesi, sull'onda emotiva dell'uccisione di Mantakas.
Per lui non ci fu giustizia, come per la maggior parte dei camerati assassinati. Gli esecutori materiali del delitto sono ancora tra noi...

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IN RICORDO DI NANNI

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PICCOLO ATTILA

Iniziava l’estate di un anno fa e tranquilli eravamo noi

quando entrammo ridendo in un prato che di strana gente brulicava già.

Ci mettemmo seduti e dietro noi solo l’erba si stendeva

ma strisciavano cento a cento gli sciacalli nell’oscurità.

Mille stelle in cielo splendevano alti alberi tutto intorno a noi

dolci canti antichi suonavano Piccolo Attila parlava a noi

e diceva di prati verdi che di rugiada brillavano nel sol

e guerrieri a cavallo intonavano le canzoni degli antichi eroi

Tutti in piedi ci alzammo e davanti a noi gli sciacalli già fremevano:

avanzaron ghignando sicuri già di inseguire schiene nude.

Ma la mano di Piccolo Attila contro il cielo stellato si levò

seminando il terrore calava giù, l’orda buia non rideva più.

E con la forza di un fiume in piena poi caricammo e la terra sotto noi

rimbombando tremava e gli alberi ondeggiavano nel vento.

E mai più mai più quel prato rivedrà una sera come un anno fa:

non si scioglierà mai la Compagnia ma c’è chi non è più sulla via.

Come un’aquila ora vola lui sorridendo alle stelle e ancor più su

e il suo flauto suonando ci guiderà verso l’alba che sicura è già.

Iniziava l’estate di un anno fa e felici eravamo noi

quando uscimmo ridendo da un prato che due occhi a mandorla non scorderà.

ONORE AL CAMERATA NANNI DE ANGELIS

NELLA RICORRENZA DEL SUO SACRIFICIO!!!!!!

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