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Morire per la libertà. In ricordo di Jan Palach

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Oggi è il 40 anniversario del sacrificio di Jan Palach, Martire europeo.

A Praga è stata appena repressa nel sangue la stagione riformista denominata "Primavera di Praga" avviata da Alexander Dubček per portare la Cecoslovacchia ad un "socialismo dal volto umano".
Ma questa speranza fu repressa con l'invasione dei carri armati sovietici nel paese.
Jan era uno studente della facoltà di filosofia. Amava lo studio, la lettura. Non era un politico, un esaltato. Era un semplice ragazzo di 21 anni che voleva studiare.

Ma i fatti del '68 lo hanno profondamente. Era stanco che il suo paese non reagisse alla repressione dell'Unione Sovietica.
Nel tardo pomeriggio del 16 gennaio 1969 Jan Palach decise di compiere il gesto estremo. Si recò in piazza San Venceslao, al centro di Praga, e si fermò ai piedi della scalinata del Museo Nazionale. Si cosparse il corpo di benzina e si appiccò il fuoco con un accendino. Rimase lucido durante i tre giorni di agonia. Ai medici disse d'aver preso a modello i buddisti del Vietnam.

Questa è l'ultima lettera che ha scritto:
« Poiché i nostri popoli sono sull'orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo. Il nostro gruppo è costituito da volontari, pronti a bruciarsi per la nostra causa. Poiché ho avuto l'onore di estrarre il numero 1, è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana. Noi esigiamo l'abolizione della censura e la proibizione di Zpravy. Se le nostre richieste non saranno esaudite entro cinque giorni, il 21 gennaio 1969, e se il nostro popolo non darà un sostegno sufficiente a quelle richieste, con uno sciopero generale e illimitato, una nuova torcia s'infiammerà »
Al suo funerale, il 25 gennaio, parteciparono 600 mila persone, provenienti da tutto il Paese.

RICORDIAMO LA MEMORIA DI QUESTO MARTIRE DELLA LIBERTA' A 40 DAL SUO SACRIFICIO.
ONORE A JAN PALACH

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